Lorenzo Bastida, nato a Milano nel 1973, insegna lingua e letteratura italiana e francese a Firenze.
Membro della Società Dantesca Italiana, tiene dal 2013 letture pubbliche commentate della Divina Commedia. Ha pubblicato saggi su Cavalcanti, Apollinaire, Primo Levi. La sua prima silloge poetica, I quaderni del vino, dedicata alla madre Letizia Gianformaggio, ha ricevuto nel 2019 il secondo premio al concorso internazionale “Il sigillo di Dante”.
da I quaderni del vino (2017)
Eccesso d’azoto: minore
resistenza nelle radici,
soverchia foliazione, colatura
dei fiori, ritardo
di lignificazione nei tralci,
nei grappoli di maturazione.
Diagnosi concorde. Ma non tutto
dipende dal clima, dal suolo:
la mano
che irriga, pota, pratica l’innesto
tratta, concima, eradica
(e la voce
che a notte racconta) può tanto
e tanto, se ben applicata.
Fin dove, fin quando?
*
La luna di Tokyo, dipinta
con grazia su fondo di nulla
s’impresta talvolta la grinta
stonata d’una minigonna.
A Tokyo si sale all’assalto
dei posti residui: più d’una
stazione si salta (la luna,
il tempio…) e cadendo puoi dirle,
pregarla di starti vicino.
La luna di Tokyo è una foto
scattata col telefonino.
*
Si dà mai che i mosaici
somiglino al modello?
Piuttosto trasfigurano, riducono
al profilo d’origine, scarniscono.
Così sia di chi, fattosi
schermo del suo dialetto, di una lunga
familiarità con la morte
per forza di studio ha contratto
un’ordinaria, limpida missione.
No, non ricorderemo
di tutto ciò i ritardi, le diagnosi
eccentriche, i cocktails, le candide
boutades delle infermiere,
non l’idiozia di casta
dell’anestesista: ma il riso
sì, semplice e vero, ma il lampo
negli occhi di chi lotta e impreca e cerca
in cellule nuove la vita
e per antico rispetto non mente.