Lorenzo Foltran ha cominciato i suoi studi all’Università Roma Tre dove ha conseguito la laurea magistrale in Italianistica con la tesi La Musa e il Poeta: la relazione io-tu nella lirica amorosa tra origini e contemporaneità. Successivamente, si è diplomato in management dei beni e delle attività culturali dopo aver seguito un master di secondo livello tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’École Supérieure de Commerce de Paris. Ha lavorato per importanti istituzioni culturali come la Casa delle Letterature (Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma, e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi, dove attualmente risiede. Sue poesie sono comparse sulle riviste letterarie Poetarum Silva, Margutte, Yawp, Locomotiv ed Ellin Selae. Nel 2018 ha pubblicato con Oèdipus Edizioni la raccolta In tasca la paura di volare.
da In tasca la paura di volare (2018)
Immensa consapevolezza
del tempo che passa,
di quello che resta.
Un biglietto di andata in tasca
vuota, invece, l’altra.
*
Quando di giorno non vedo le strade
e guardando per terra non c’è terra,
ma un mondo che si squaglia
insieme alla mia faccia
l’equilibrio si spezza.
La partenza non è altro che l’inizio
del viaggio di ritorno verso casa,
ma affondo nella melma,
la fogna a cielo aperto.
Apro le veneziane.
*
Non la chiamo patria, ma terra, casa
quella strada che nella lingua bella
si colora d’estate, la sera,
quasi di rosa e di viola.
Domenica che sale alle finestre…
La casa resta tale,
cambia terra e lingua.
In tasca la paura di volare,
di lavorare fino a sera.
Travolto da quel gorgo
che si chiama tempo e mondo,
rigetto il contratto che mi è concesso.
Mi volto verso la voce che chiama,
corro, salto, mi sbraccio
e non mi sono mosso di un passo.