8 consigli per la pubblicazione di un articolo accademico

Questa pagina contiene indicazioni basilari destinate a giovani studiosi o ad autori che non hanno familiarità con la scrittura accademica.

È responsabilità della redazione inviare ai revisori esterni solo articoli che possono aspirare alla pubblicazione, formalmente corretti e strutturati. I revisori dovranno poi entrare nel merito dell’argomentazione e valutarne la validità scientifica.

La redazione respinge molti articoli o richiede una revisione preliminare alla valutazione di esperti per i seguenti motivi:

  1. L’articolo è troppo breve. Un articolo non può essere composto da meno di 18.000 caratteri.
  2. L’articolo è troppo lungo. Un articolo non dovrebbe, tendenzialmente, superare eccessivamente i 40.000 caratteri.
  3. L’articolo non ha un’argomentazione. Un articolo dovrebbe avere una tesi precisa da dimostrare o un soggetto da analizzare, e una metodologia. Se il discorso non ha uno scopo chiaro (non ha una tesi o una serie di corollari alla tesi), è dispersivo (non ha un soggetto), o non segue un percorso di analisi coerente (non presenta una metodologia), l’articolo ha probabilmente bisogno di una revisione strutturale.
  4. L’articolo non è innovativo. L’articolo contribuisce a migliorare la conoscenza di un argomento rispetto a quello che è scritto altrove? Se la risposta è negativa o se gli aspetti innovativi non sono dichiarati esplicitamente, l’articolo necessita di una revisione.
  5. L’articolo non ha un’introduzione o una conclusione. Un buon articolo si apre con la presentazione del proprio oggetto di studio, della propria tesi, e dello stato dell’arte, in modo che il lettore sappia cosa aspettarsi. È importante che l’aspettativa del lettore non sia disattesa e che tutto quello che viene annunciato nell’introduzione sia dimostrato nel corpo dell’articolo. La conclusione non va sottovalutata: una volta che il lettore è al corrente di tutti gli elementi analizzati, potrà comprendere l’argomentazione finale, in cui verrà dimostrata la tesi ipotizzata nell’introduzione. Se alla fine della lettura il lettore si domanda quale sia lo scopo del saggio, l’articolo ha bisogno di una revisione strutturale.
  6. L’argomentazione non è chiara. La responsabilità della comunicazione ricade sempre sullo scrivente e non sul lettore: l’autore si deve assicurare che un lettore attento possa comprendere il discorso senza rileggere più volte la stessa frase. Se c’è un modo più semplice di dire la stessa cosa, se la frase può essere divisa in più parti, se una subordinata può essere evitata, se esiste una parola altrettanto efficiente ma più comune, è buona norma scegliere l’opzione più semplice. Certo, una lettura deve essere piacevole, ma un articolo scientifico non risponde all’estetica di un’opera poetica o di narrativa. Seppure in questi testi ambiguità e linguaggio metaforico hanno una funzione, lo stesso non vale per un articolo scientifico, il quale deve essere uno strumento di interpretazione non ambigua. Lo scopo di un articolo scientifico è sempre la comunicazione: se il lettore non comprende il testo è un fallimento anche per l’autore.
  7. L’articolo non è supportato da sufficiente ricerca. Pochissimi argomenti non sono mai stati studiati, e approcciarsi a un argomento inesplorato richiede di partire da qualche punto fermo (anche se per criticarlo): è bene conoscere e citare chi si è occupato degli stessi argomenti o di argomenti affini, in modo che il lettore possa verificare le basi su cui si poggia l’argomentazione e approfondire a sua volta le proprie ricerche. Se un articolo cita esclusivamente opere letterarie e pochi saggi, ha probabilmente bisogno di ulteriore ricerca. Questo non vuol dire citare qualsiasi studio che abbia remotamente a che fare con ogni aspetto dell’articolo: anche includere bibliografia non pertinente è segno di una ricerca che deve essere ancora raffinata.
  8. Lo scritto non è un articolo accademico. Se l’articolo esprime opinioni personali, giudizi di valore o apprezzamenti estetici, che non necessitano un’argomentazione strutturata o un confronto con quanto è stato scritto da altri studiosi o se i concetti espressi hanno maggiore efficacia in un linguaggio colloquiale, una rivista di divulgazione o un blog specializzato potrebbero essere sedi di pubblicazione più adatte agli scopi dell’articolo.