Giorgio Ghiotti è nato nel 1994 a Roma e vive tra Roma e Milano. Ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti Dio giocava a pallone”(nottetempo 2013) e nella poesia con Estinzione dell’uomo bambino (Perrone 2015). Ha inoltre pubblicato una raccolta di interviste a grandi scrittrici e poetesse italiane in Mesdemoiselles. Le nuove signore della scrittura”(Perrone 2016), il romanzo Rondini per formiche (nottetempo 2016), il saggio narrativo Via degli Angeli (Bompiani 2016), una seconda raccolta di poesie, La città che ti abita (Empirìa 2017) e il saggio Costellazioni (Empirìa 2019) sulla poesia contemporanea e sulla nuova generazioni di poeti nati degli anni Novanta. Collabora con riviste e giornali e con la casa editrice Bompiani.
del vuoto che vorrei plasmare io,
io per intero, soggetto unico
monade di carne. Pascolano antenati
nel taglio degli occhi, nel naso
che non amo, su labbra che osservo
e ammiro come fossero di un altro.
Ogni risveglio è nel segno del padre,
somiglianza accettata per contrarium
fin dal 1994, rivoluzione di pianeta
non di popolo, da che il popolo
sono io soltanto, sempre fermo
nello stesso punto.
*
Lontananza
Non abbiamo idea di una regione
dai piedi messi in fila per passarla,
dal tempo che s’impiega per lasciare
campi e fumi di legni bruciati
per scacciare l’inverno dalle mura.
La lontananza non ci fa paura,
non si misura per noi in spazi e
terreni abitati, ma in trasmutare
di lingue al passo al valico al confine
là dove la cerva stacca dalla roccia
e le pietre non hanno più memoria.
*
Io ti dimentico e ti scancello
stella di carbonio, corpo esploso
ti do la morte ti scavo la fossa
ti pitto di nero per non più
vedere questa larga innocenza
che mi è stata tolta, io non più
voglio provare la mondana meraviglia
della specie se il vitellino non vedrà
dicembre, la tenerezza del mio sonno
la disperata tua veglia, io mai più
ti chiamerò per nome dalla soglia
della nostra infanzia, amica del rifugio
e dell’acqua.